venerdì, novembre 25, 2011

Conoscenza, cosa inutile e tormentosa

Dice il Qohelet (1,17-18):



Dedique cor meum, ut scirem sapientiam et scientiam, insipientiam et stultitiam. Et agnovi quod in his quoque esset afflictio spiritus, eo quod in multa sapientia multus sit maeror; et, qui addit scientiam, addit et laborem.
Ho deciso di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, ed ho capito che anche questo è un correre dietro al vento. Infatti molta sapienza significa molto tormento; chi accresce il suo sapere accresce il suo dolore.
Come vivere allora?
2,24-25
Nihil melius est homini quam comedere et bibere et ostendere animae suae bona de laboribus suis. Et hoc vidi de manu Dei esse. 
Quis enim comedet et deliciis affluet sine eo?
Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui?
3,12-13
Cognovi quod nihil boni esset in eis nisi laetari et facere bene in vita sua. Omnis enim homo, qui comedit et bibit et videt bonum de labore suo, hoc donum Dei est.
Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio.
3,22
Et deprehendi nihil esse melius quam laetari hominem in opere suo; nam haec est pars illius. Quis enim eum adducet, ut post se futura cognoscat?
Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?
5,17
Ecce quod ego vidi bonum, quod pulchrum, ut comedat quis et bibat et fruatur laetitia ex labore suo, quo laboravit ipse sub sole, numero dierum vitae suae, quos dedit ei Deus; haec enim est pars illius.
Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei beni in ogni fatica sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà: è questa la sua sorte.
8,15
Laudavi igitur laetitiam quod non esset homini bonum sub sole, nisi quod comederet et biberet atque gauderet et hoc solum secum auferret de labore suo in diebus vitae suae, quos dedit ei Deus sub sole.
Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
9,7-9
Vade ergo et comede in laetitia panem tuum et bibe cum gaudio vinum tuum, etenim iam diu placuerunt Deo opera tua. Omni tempore sint vestimenta tua candida, et oleum de capite tuo non deficiat. Perfruere vita cum uxore, quam diligis, cunctis diebus vitae instabilitatis tuae, qui dati sunt tibi sub sole omni tempore vanitatis tuae: haec est enim pars in vita et in labore tuo, quo laboras sub sole.




Va', mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere. In ogni tempo le tue vesti siano bianche e il profumo non manchi sul tuo capo. Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole.
11,7-10




Dulce lumen, et delectabile est oculis videre solem. Si annis multis vixerit homo et in his omnibus laetatus fuerit, meminisse debet tenebrosi temporis, quod multum erit: omne, quod venerit, vanitas. Laetare ergo, iuvenis, in adulescentia tua, et in bono sit cor tuum in diebus iuventutis tuae, et ambula in viis cordis tui et in intuitu oculorum tuorum et scito quod pro omnibus his adducet te Deus in iudicium. Aufer curam a corde tuo et amove malum a carne tua; adulescentia enim et iuventus vanae sunt.
Dolce è la luce e agli occhi piace vedere il sole. Anche se vive l'uomo per molti anni se li goda tutti, e pensi ai giorni tenebrosi, che saranno molti: tutto ciò che accade è vanità. Sta' lieto, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. Segui pure le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi. Sappi però che su tutto questo Dio ti convocherà in giudizio. Caccia la malinconia dal tuo cuore, allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
Ma la vocazione alla conoscenza è ineluttabile: è questo il peccato originale.