Il sonno della ragione produce mostri
Ho visto alla fondazione Magnani Rocca tutte le 80 incisioni dei "Capricci" di Goya, per la prima volta integralmente in Italia. Ne sono rimasto stregato (e mai parola fu più appropriata). Sono stato spinto indietro nel tempo quando, quasi quarant'anni fa, ero bambino e Francesco Arcangeli mi insegnava a capire Goya ed il suo mondo pessimistico e visionario. Ho ammirato la sicurezza infallibile del tratto e dell'alternanza dei chiari e degli scuri. Ma più ancora ho colto la capacità di un grandissimo artista di farti sentire intimamente quanto di grottesto, animalesco, di incubo imprevisto e di tragico e terribile sia nell'esistenza umana, punteggiata di tutte le debolezze: pulsioni dei sensi, avidità, egoismo, indifferenza per la vita altrui e per gli innocenti. Perchè le apparizioni dei mostri hanno scaturigini nel profondo di quegli uomini e donne che non si distinguono dalle bestie più immonde che le circondano, le sollevano, le afferrano in un turbine spaventoso, mai vengono da una natura "cattiva", evocate da una malattia o una tempesta, ad esempio.
Da un lato Goya ti ipnotizza con la sua sapienza tecnica, dall'altro la sua visione dell'esistenza risulta repellente, tanto è intrisa di mostruosità.
Ma certo il mostruoso è parte della nostra vita, basta leggere i giornali... Solo che il male diabolico è un incubo da governare, per una testa sana; per una malata è invece un affascinante modello da replicare.