Natale come?
Natale. Parola magica, che trascina a catena altre parole variamente magiche, ognuna con un suo universo semantico, non sempre dello stesso segno, anzi...: nascita, tenerezza, povertà, speranza, pace, regali, luci, acquisti, pranzo, leccornie... Come comporre in unità questi diversi significati? Nei suo auguri Baroffio mi scrive: "Natale è un’occasione unica per rivivere l’esperienza di Guglielmo di Saint-Thierry: “Non si è mai meno soli di quando si è soli con D-i-o”. Soli con D-i-o, apparentemente lontani da tutti, saremo nel cuore di tutti e tutti avremo nel nostro cuore". Bella risposta, ma è la tipica risposta del monaco, magari eroico ma sterile nella sollecitudine verso gli altri, come rimproverava Basilio di Cesarea agli eremiti (noi medievisti siamo tendenzialmente monomaniaci, anche nelle citazioni).
Personalmente credo che invece si possa recuperare un senso dell'avvenimento (ben più di un giorno) se saremo in grado di guardare tutto con gli occhi del mio Christian, con gli occhi ingenui ed aperti in modo sconfinato con senso di meraviglia, quello che abbiamo irrimediabilmente perduto con l'età. Non per riconciliare l'inconciliabile, ma per "gustare" la vita nel suo concretizzarsi, attimo per attimo, nelle sue valenze peculiari, volta per volta.
Auguri a tutti noi!