To Be Or Not To Be
Tre interventi di chirurgia vascolare in quattro anni non possono mettere allegria. Sono come un usurato impianto di irrigazione, con i tubi rabberciati in più punti, ed a perenne rischio perdita. Dove tenderà ad occludersi il circuito la prossima volta? L'altra gamba? Un braccio? Carotide (un altro ictus)? Coronarie (un infarto)? E sarà presto o tardi? Altro che allegria...
Ma, oltre l'umore, si impone soprattutto la (una) soluzione di un problema gravido di conseguenze esistenziali come quello che afflisse Amleto. Come deve vivere uno colpito da arteriopatia grave? Far finta di niente, cogliendo l'attimo, vivendo quanto intensamente si può, senza altra preoccupazione, ma correndo il rischio quotidiano di mettere in difficoltà, forse-probabilmente grave, chi ti è accanto, magari su un difficile sentiero a piedi od in bici? Oppure rinunciare ad ogni attività all'aria aperta, rassegnandosi a fare il malato, legandosi idissolubilmente al letto-sedia-poltrona-divano-dondolo in giardino, rassicurando tutti di non far "pazzie", provvedendo meticolosamente alla destinazione dei miei (peraltro modesti) beni, una per dir così discesa morbida verso l’uscita definitiva, pena però un abbattimento profondo, con punte di speciale cupezza, che ugualmente non potrebbero risultare gradevoli a chi mi sarà vicino?
Il principe malinconico concludeva: vivere come se si morisse. Perché la vita è un tragitto, alle volte con i colori tenui e luminosi del sogno che inebria, alle volte con gli scuri lampi dell'incubo che strania, verso la morte, fin dal primo giorno d'esistenza. È questa la soluzione? Forse è l'unica soluzione virile.
Ma, oltre l'umore, si impone soprattutto la (una) soluzione di un problema gravido di conseguenze esistenziali come quello che afflisse Amleto. Come deve vivere uno colpito da arteriopatia grave? Far finta di niente, cogliendo l'attimo, vivendo quanto intensamente si può, senza altra preoccupazione, ma correndo il rischio quotidiano di mettere in difficoltà, forse-probabilmente grave, chi ti è accanto, magari su un difficile sentiero a piedi od in bici? Oppure rinunciare ad ogni attività all'aria aperta, rassegnandosi a fare il malato, legandosi idissolubilmente al letto-sedia-poltrona-divano-dondolo in giardino, rassicurando tutti di non far "pazzie", provvedendo meticolosamente alla destinazione dei miei (peraltro modesti) beni, una per dir così discesa morbida verso l’uscita definitiva, pena però un abbattimento profondo, con punte di speciale cupezza, che ugualmente non potrebbero risultare gradevoli a chi mi sarà vicino?
Il principe malinconico concludeva: vivere come se si morisse. Perché la vita è un tragitto, alle volte con i colori tenui e luminosi del sogno che inebria, alle volte con gli scuri lampi dell'incubo che strania, verso la morte, fin dal primo giorno d'esistenza. È questa la soluzione? Forse è l'unica soluzione virile.