il regno dei cieli
Abbiamo fatto regali, abbiamo ricevuto regali; chi ci ha guadagnato è il venditore di regali.
Ci siamo cercati, ci siamo fatti gli auguri, ed abbiamo evitato accuratamente di dire per che cosa. Nella guerra in atto tra “un vecchio panciuto e svampito, dal viso rubizzo e giulivamente ebete” ed “il coro degli angeli che annunciano gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà” - come scrive Magris sul Corsera - ci dà fastidio prendere posizione. Magris ha scelto: “Quel canto da sempre smentito va invece sempre ascoltato e seguito, per continuare a credervi contro ogni evidenza, a sperare contro ogni vittoriosa negazione, con quell’autentica speranza che passa sotto le forche caudine della disperazione e rifiuta le stampelle del tronfio e menzognero ottimismo”.
Sperare contro ogni evidenza? Roba da mistici... Io non me la sento.
Ancora una volta il neonato di Betlemme ed il mio Christian mi vengono in soccorso. Quando si sveglia Christan chiede alla mamma: che cosa faccio oggi? Ed è già tutto un programma volontaristico, dove non c’è alcuna scelta, ma la semplice naturale adesione al flusso vitale. Se ci guardiamo intorno lo schifo ci sale alla bocca: la volgarità trionfa, la cultura e l’arte agonizzano, i politici sono per lo più parolai incapaci, i treni sono maleodoranti e gli arbitri di calcio penalizzano sempre la nostra squadra, chi ci passa vicino è ignorato o guardato con sospetto. Di fronte a tutto questo pare del tutto inutile ogni reazione. Si può fare solo quello che fanno in sostanza i bambini: vivere senza preoccuparsi dell’esistenza.
E quando arriverà la malattia, e il dolore finirà con l’essere l’unica sensazione della vita, resisteremo fin che potremo; infine cederemo, speriamo sorretti da qualcuno che ci vuol bene.
In fondo solo a chi riuscirà a tornare bambino è promesso il regno dei cieli.
Ci siamo cercati, ci siamo fatti gli auguri, ed abbiamo evitato accuratamente di dire per che cosa. Nella guerra in atto tra “un vecchio panciuto e svampito, dal viso rubizzo e giulivamente ebete” ed “il coro degli angeli che annunciano gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà” - come scrive Magris sul Corsera - ci dà fastidio prendere posizione. Magris ha scelto: “Quel canto da sempre smentito va invece sempre ascoltato e seguito, per continuare a credervi contro ogni evidenza, a sperare contro ogni vittoriosa negazione, con quell’autentica speranza che passa sotto le forche caudine della disperazione e rifiuta le stampelle del tronfio e menzognero ottimismo”.
Sperare contro ogni evidenza? Roba da mistici... Io non me la sento.
Ancora una volta il neonato di Betlemme ed il mio Christian mi vengono in soccorso. Quando si sveglia Christan chiede alla mamma: che cosa faccio oggi? Ed è già tutto un programma volontaristico, dove non c’è alcuna scelta, ma la semplice naturale adesione al flusso vitale. Se ci guardiamo intorno lo schifo ci sale alla bocca: la volgarità trionfa, la cultura e l’arte agonizzano, i politici sono per lo più parolai incapaci, i treni sono maleodoranti e gli arbitri di calcio penalizzano sempre la nostra squadra, chi ci passa vicino è ignorato o guardato con sospetto. Di fronte a tutto questo pare del tutto inutile ogni reazione. Si può fare solo quello che fanno in sostanza i bambini: vivere senza preoccuparsi dell’esistenza.
E quando arriverà la malattia, e il dolore finirà con l’essere l’unica sensazione della vita, resisteremo fin che potremo; infine cederemo, speriamo sorretti da qualcuno che ci vuol bene.
In fondo solo a chi riuscirà a tornare bambino è promesso il regno dei cieli.