Sei giorni da favola
Finalmente intravvedo la possibilità di fare qualche giorno di vacanza: il papà di Christian è in ferie tutta la settimana e può andare lui a prenderlo all’uscita dall’asilo. L’ultima volta che siamo stati via da casa è stato in agosto e sono al limite. Da tanto volevo vedere il lago di Como. Compro la cartina di Como e provincia, quella di Lecco e provincia e passo due giorni a trasferirle sul navigatore. Compro la guida verde del Touring, passo due giorni a cercare itinerari ciclistici su Internet ed alla fine ho tutto quel che mi serve.
Martedì, ore 9. Mia moglie entra in roulotte par fare un po’ di pulizia. Inserisce la spina del piccolo aspirapolvere comprato proprio a quello scopo nella presa di corrente. L’apparecchio si avvia prontamente, ma dopo qualche secondo cessa di funzionare. Comincia la cerca del guasto, più avventurosa di quella del santo Graal. Dopo aver smontato e rimontato tutte le spine (4) del cavo di collegamento, concludo che quello che non va è il trasformatore della roulotte. Parte la moglie verso il riparatore di Costa S. Abramo e torna con l’uomo. Dopo aver visto, l’oracolo sentenzia che bisogna portargli la roulotte. Riportiamo a casa il riparatore. Cerchiamo qualcuno che ci aiuti a portare fuori dal cancello la roulotte, e non troviamo nessuno. A mezzogiorno il nostro buon vicino, appena tornato la suo lavoro di nonno presso il nipotino, ci dà una mano. Mangiamo e quindi portiamo la roulotte a Costa. Ancora non dispero di poter partire.
Mercoledì, ore 15.Telefona il riparatore e dice che ha trovato dove procurarsi il trasformatore di ricambio, e mi dice che costerà circa 300 euro. Che deve fare? Ma cosa vuole che gli dica? Proceda!
Giovedì, ore 13. Telefona il riparatore: forse verso sera potrà darmi la roulotte. Però i 300 euro son diventati 480. Alle sei di sera la roulotte è pronta. Andiamo, paghiamo e diciamo che l’avremmo ritirata la mattina seguente, per non lasciarla fuori in strada incustodita per tutta la notte davanti a casa nostra,
Venerdì ore 8. Carichiamo la roulotte, disinfestiamo dalle formiche che hanno migrato a milioni nelle cassapanche, carico le biciclette sulla macchina. Mangiamo alle 11. A mezzogiorno, intelligentissimi, noi partiamo. Viaggio liscio come l’olio, arriviamo alle 3. Tutto bene, anzi benissimo. Parcheggiamo in riva al lago, sotto un enorme pioppo che sembra una gigantesca mano aperta con la palma rivolta verso il cielo. Puntiamo la parabola e dopo aver brigato un po’ centriamo il satellite. Siamo esausti, ma da domani potremo goderci appieno la nostra vacanza.
Sabato, ore 9. Partiamo in bici verso Lecco. Il tempo è splendido, il paesaggio fantastico. Di fronte a noi brilla la Grigna ancora spruzzata di neve; alla nostra destra il Resegone sembra non finire mai. Attraversiamo Pescarenico, ed a mia moglie vien voglia di tornare a leggere “ I promessi sposi”. Il navigatore fa faville e mi guida senza il minimo errore. Tutto bene. Al pomeriggio una breve ma faticosa camminata al castello dell’Innominato, 250 metri sopra di noi. La visita all’Esselunga subito dopo è ancora più faticosa. Chiudiamo guardandoci l’unico western diretto da Blake Edwards, proprio niente male.
La domenica si passa in compagnia di Christian e dei suoi. Siamo proprio contenti. Preparo l’escursione di domani.
Lunedì, ore 7 e venti. Sollevo l’oscurante sopra la mia testa e mi appare un cigno che, ignorandomi completamente, fende le acque con dignità imperiale. Più lontano le gallinelle d’acqua si rincorrono camminando frenetiche sul pelo dell’acqua. Non una nuvola in cielo. Mi sento proprio bene. Si prepara una grande giornata. Accendo la luce del bagno, e non succede nulla. Esco e vedo che è scattata la valvola di sicurezza nella colonnina. La riattacco, e si spegne immediatamente. Panico. Armeggio, e mi rassegno; non va. Si torna a casa, sotto un sole splendente e con il cielo di Lombardia che è così bello quand’è bello.