Pasqua ad Arco
Salivamo, sulle orme di Rilke, verso il castello, ed il profumo acre del bosso dilatava le narici. Alti, sui tetti di Arco, ti guardavo incorniciata dai fiori dell'albero di Giuda, e ti vedevo trapuntata di boccioli. Tra gli olivi, risentivo fluire la pulsione della vita, ed il mio sangue schiumava. Nel prato verdissimo sotto il torrione respiravo avido il tremulo ansare del sole. Lontano, il lago, dissolto in un pulviscolo azzurro, balenava di scintille cangianti.
Vedevo Primavera, il capo lievemente chinato verso di noi, sorridente librarsi verso il monte Baone. Nella sala degli affreschi, tra le dame che giocavano a scacchi e Dante che le guardava attento, trovavo casa.
Ed io, che guardo sempre più spesso indietro e verso il basso, dopo il pianto disperato, intravvedevo un simulacro di consolazione.