Eresia 2
26 novembre 2009
Mi scrivi che riferisci "quello che pensano "in genere" gli storici" (numericamente, dico io, non qualitativamente). Detto da uno studioso dell'eresia è veramente grottesco. Il sito francese "Les Cathares", un titolo un programma, rimanda UNICAMENTE a me tra gli studiosi italiani, Théry dice che nel panorama grigio degli studiosi italiani SOLO io ho rappresentato una stimolo alla ricerca con prospettive del tutto nuove. Quello che dici dei catari, o dei valdesi, non è l'orientamento "prevalente, ma delle semplici panzane. Il concilio di Saint-Félix-de-Caraman non è mai avvenuto; il catari non si chiamano così fra loro, né perfetti, né credenti. Ti sfido a provarmi il contrario. E lo stesso si può dire della dottrina catara, che non c'è mai stata, né i riti né la gerarchia... Quando scrivi che "praticavano una severa povertà, evitavano il matrimonio e la procreazione e aborrivano carne, uova e latticini..." eccetera, scrivi delle pure fandonie. Trovami un solo atto di processo che dimostri il contrario. Se vuoi seguire la scia di conclamati maestri come ... e ... (due nullità scientifiche), affari tuoi, avrai le tue buone ragioni; ma non spacciarmi giustificazioni indecenti.
Tu hai peccato gravemente proprio sul piano dell'etica professionale, sei venuto meno al bisogno di dire la verità, e invece ti sei acriticamente accodato, e, responsabilità gravissima, con questo lavoro perpetuerai convinzioni errate.
Potrei farti mille osservazioni nel merito, ma che senso avrebbe, visto che per anni hai potuto leggermi e non ti è rimasto nulla?
Piantiamola qui. D'altra parte io non faccio più parte del vostro mondo. Non rispondermi neppure. Considerami morto e sepolto.
Forse per il mio nipotino rappresento ancora qualche cosa di utile. Mi dedicherò a lui.
Buon Natale.
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